Un piccolo mondo confinato in uno spazio ridottissimo e in un tempo minimo in cui si muovono uomini e donne dalla vita vissuta in una quotidianità semplice. Ciascuno di loro ha però una sua storia, a volte pubblica, il più delle volte segreta, che tale rimarrebbe se non intervenisse il racconto vivificatore: una magica macchina del tempo che, attraverso lo sguardo curioso e penetrante dell’io bambino narrante, resuscita e porta all’emersione vite altrimenti perdute, sentimenti altrimenti inespressi, parole altrimenti non dette.
E allora c’è il bambino che scopre per la prima volta il sapore dolceamaro di un primo bacio che è anche l’ultimo. C’è uno zio che ara la terra, ma sa raccontare storie meravigliose. C’è quello che gli altri definiscono pazzo e parla invece la lingua della poesia. C’è la bambina sciancata e rifiutata da tutti che s’inventa da sola l’innamorato e l’amore. C’è una nonna con un segreto dolore. Ma soprattutto c’è una mamma che nutre il suo bambino a latte e racconti, sullo sfondo di un’Italia che, lentamente ma inesorabilmente, dal secondo dopoguerra si trasforma e cede il passo alla nuova era.
Sono nato una vita fa, durante il secolo scorso (1945). Vivo ad Alghero perché forse, come diceva mia madre, mi ha concepito in sogno grazie a un sardo. E del sardo ho il fisico e la Sardegna ce l’ho nel cuore. E però sono nato ad Altavilla Silentina, che sarà pure un luogo geografico (provincia di Salerno) ma è, soprattutto, il luogo della memoria: certamente dove affondano, profonde, resistenti ed evidenti le radici dei miei racconti.
Che sono radici antiche, archetipi di quello che siamo diventati: nel mio caso passando per la cultura classica, quella greca in particolare, che mi ha forgiato nella penna la scrittura e lo stile che ne portano le tracce e le sembianze.
Esule nella mia terra, ho percorso diversi sentieri della mia sfera professionale e sono stato insegnante, sono stato preside, sono stato sindacalista e sono stato politico. E ho viaggiato per le diverse zone dell’arte, frequentandone, e poi magari lasciando all’improvviso, le vie: dalle letture critiche di testi letterari, alla traduzione della tragedia greca; dalla riscrittura/reinvenzione del mito al componimento poetico; dal teatro di parola al musical. Fino alla mia prima raccolta di racconti, pubblicata nel 2020 col titolo C’ero una volta io.